Perché abbiamo le mestruazioni? Un viaggio nella biologia umana dalle origini della nostra specie

La domanda “perché abbiamo le mestruazioni?” può sembrare scontata: la risposta che molti darebbero sarebbe “per potersi riprodurre e garantire così il perpetuarsi della specie umana”.

Ma perché allora la maggior parte dei mammiferi è in grado di riprodursi senza ciclo mestruale?

Le persone con un utero sono le uniche in natura ad avere il ciclo mestruale ad eccezione di alcuni primati ed alcuni pipistrelli: qual è quindi il senso delle mestruazioni?

Per capirlo dobbiamo risalire alle origini della nostra specie: alcuni mammiferi (tra cui noi e i primati) hanno sviluppato una placenta di tipo emo-coriale; la placenta è un organo – che ricorda una massa spugnosa – che si sviluppa durante la gravidanza dei mammiferi e attraverso il quale avviene lo scambio di ossigeno e nutrienti tra la madre e il feto.

La placenta aderisce alla parete dell’utero e il fatto che sia di tipo emo-coriale significa che il tessuto fetale penetra nell’endometrio (la mucosa che riveste l’utero) tanto da stare in diretto contatto con il sangue materno.

In questo modo il feto ha accesso diretto al flusso sanguigno della madre ed è in grado di provocare dei cambiamenti che condizionano direttamente la madre e il suo stato di salute: per ottenere più nutrimento il feto può far aumentare la pressione sanguigna di chi lo porta in grembo, per esempio.

Ovviamente non si tratta di un comportamento “volontario” del bambino contro la madre: è una dinamica di sopravvivenza nella quale il feto – se è nella possibilità di farlo – prenderà tutte le risorse possibili per mantenersi in buona salute.

Questa condizione può avere risvolti negativi per la salute materna: infatti in natura le gravidanze degli animali sono, di solito, piuttosto tranquille e con poche “controindicazioni”, mentre la gestazione umana presenta tutta una serie di rischi per la salute della mamma (diabete gestazionale, gravidanza extra uterina, preeclampsia, etc.).

Quindi per la madre umana una gravidanza è un’esperienza non priva di pericoli: la natura vuole fare in modo che, a questo punto, si porti avanti la gestazione (con tutti i conseguenti rischi) solo se l’embrione che deve impiantarsi è sano e per il quale, quindi, “valga la pena rischiare”.

Ed è qui che entra in gioco l’endometrio: abbiamo già detto che si tratta della mucosa che riveste l’utero e che, nei giorni che vanno dalla fine di una mestruazione all’inizio della seguente, si ingrossa per fare in modo che avvenga l’impianto di un eventuale embrione.

Cosa succede se l’embrione muore, è debole o se non vi è nessun impianto? L’afflusso di sangue all’endometrio diminuisce in modo tale che l’eventuale embrione non possa attaccarvi la placenta e prendere nutrimento; però uno scarso afflusso di sangue all’endometrio ha anche conseguenze negative per la persona (maggior rischio di infezioni, ad esempio).

La soluzione evolutiva è stata quella di espellere la superficie dell’endometrio dopo ogni ovulazione che non ha come risultato gravidanza salutare: ecco quindi che avviene la mestruazione, un flusso composto dalle cellule dell’endometrio che si sfalda, sangue e secrezioni vaginali.

Può essere sorprendente scoprire le ragioni evolutive alla base di alcuni processi biologici che diamo per scontati: anche questo “viaggio” alle origini della nostra specie è utile per saperne di più sul ciclo mestruale e sul corpo di chi mestrua.

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Di Stella Fumagalli

Classe 1986, scrivo su diversi blog dal 2011. Sono un'appassionata di scienza, femminismo, animali, film horror e tatuaggi. Amo leggere, odio cucinare, sono intollerante con chi non tollera. Stay human.

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